Allevamento Ittico: Come Funziona, Quali Sono i Metodi e Perché è Così Crudele?

Fish farms in Greece. Credit: Selene Magnolia / We Animals Media

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Con particolare attenzione all’orata e al branzino europeo, la Grecia è conosciuta in tutto il mondo per il commercio di pesce e per la sua acquacoltura estensiva. Gli allevamenti ittici generano elevate quantità di inquinanti nocivi, e provocano fioriture algali e zone morte, che contaminano l’ambiente idrico circostante. Sono anche terreno fertile per le malattie, che possono diffondersi alle popolazioni ittiche autoctone. Gli allevamenti ittici nei mari della Grecia non stanno solo danneggiando gli ecosistemi, ma stanno anche rinchiudendo centinaia di migliaia di pesci all’interno di gabbie sovraffollate, solo per ucciderli in massa, utilizzando gli shock termici per mantenere il ritmo serrato della filiera produttiva.

Il numero degli allevamenti ittici intensivi sta aumentando in tutto il mondo. Circa la metà di tutti gli animali marini mangiati oggi proviene dagli allevamenti. Gli allevamenti ittici non sono una soluzione per la sovrapesca negli oceani, poiché i pesci selvatici vengono comunque catturati e dati in pasto agli animali allevati. E non è solo la pesca intensiva ad essere dannosa per l’ambiente, ma lo è anche l’allevamento ittico, che con i suoi inquinanti sta danneggiando i naturali corsi d’acqua e uccidendo diverse specie selvatiche. Il documentario ‘Seaspiracy’ ha rivelato tutte le ingiustizie su esseri umani, animali e ambiente associate all’industria della pesca.

In questo blog vedremo perché gli allevamenti intensivi di pesce sono problematici, sia dal punto di vista etico che ambientale.

Cos’è l’Allevamento Ittico?

L’allevamento ittico consiste nell’allevare in cattività gli animali marini, con il solo scopo di ucciderli e mangiarli. Tutti gli allevamenti ittici sono intensivi, e generano una serie di gravi problemi ambientali.

Metodi Usati nell’Allevamento Ittico

I metodi utilizzati sono diversi, dipendono dalla specie allevata e dalle risorse disponibili.

Sistema di Gabbie

I pesci possono essere tenuti in gabbie che vengono immerse in un fiume, ruscello, lago, bacino idrico, mare o oceano. Questo significa che tutte le sostanze chimiche utilizzate per cercare di tenere in vita gli animali, e tutti i rifiuti che essi producono, vanno direttamente dentro l’ambiente naturale circostante, impattando così sulla fauna selvatica. Ovviamente rinchiudere gli animali che nuoterebbero liberamente nelle acque dei fiumi e degli oceani causa loro dei danni psicologici, che possono essere osservati nei comportamenti stereotipati che assumono.

Sistema di Fossi o di Stagni

Questo è un metodo di allevamento intensivo, seppur ridotto rispetto agli altri metodi, in cui i pesci vengono introdotti dentro una fossa o uno stagno pieno d’acqua e nutriti con cibo artificiale, che spesso include anche soia proveniente dai terreni deforestati. 

Sistemi di Riciclaggio Integrato

Qui vengono utilizzate delle grandi vasche di plastica introdotte all’interno di serre idroponiche – luoghi in cui le piante vengono coltivate senza terra – dove i rifiuti generati dai pesci nutrono le piante. Questo sistema è sicuramente meno dannoso a livello ambientale, ma comporta sicuramente seri problemi di benessere per gli animali che sono costretti a vivere dentro queste vasche di plastica.

Allevamenti Ittici per Pesca Sportiva

Se pensi che i pescatori quando vanno a pesca catturino pesci selvatici, sbagli. I pesci sono spesso allevati di proposito e poi rilasciati dentro fiumi, laghi e flussi d’acqua affinché le persone possano catturarli ed ucciderli. Avviene la stessa pratica anche per altre specie animali, come ad esempio il ripopolamento dei fagiani per scopi venatori, oppure la caccia dei leoni in Sudafrica, dove questi grandi felini vengono allevati in grandi recinti affinché le persone possano ucciderli. 

Allevamento ittico intensivo

Non tutti i pesci vengono allevati all’aperto. Come tanti animali allevati intensivamente – galline, polli, maiali e bovini – anche i pesci vengono allevati all’interno di luoghi chiusi per convenienza degli allevatori, e potrebbero non sperimentare mai l’ambiente naturale a cui appartengono. Uno dei ‘vantaggi’ di questo sistema, secondo la zootecnia, è che così la densità degli animali allevati può essere ancora più elevata, infatti questi luoghi sono spesso incredibilmente affollati.

Come Vengono Uccisi i Pesci d’Allevamento?

Ci sono diversi metodi di macellazione dei pesci, ma sono tutti crudeli e causa di enormi sofferenze. La terminologia dell’industria fa sembrare il processo di uccisione meno doloroso di quello che è in realtà, ma sappiamo che non è assolutamente così.

Asfissia Aerea 

Così come noi non possiamo respirare sott’acqua, i pesci non possono respirare fuori dall’acqua, e questo metodo permette di soffocare i pesci fino alla morte facendoli stare all’aria aperta, un processo che può durare anche più di 15 minuti. 

Bagni di Ghiaccio o Raffreddamento

Con questo metodo i pesci vengono congelati fino alla morte. Le ricerche hanno dimostrato che questo metodo aumenta il cortisolo in circolo – il principale ormone dello stress – e che gli animali rimangono coscienti per molto più tempo rispetto agli altri metodi. 

Dissanguamento Senza Stordimento

Qui gli animali vengono tagliati e dissanguati fino alla morte senza nessun tipo di stordimento. Secondo la FAO, ‘i pesci potrebbero rimanere coscienti per 15 minuti e più tra il momento in cui i principali vasi sanguigni vengono tagliati e quando perdono conoscenza. Il cervello delle anguille può continuare a processare informazioni per 13-30 minuti dopo essere state decapitate, e alcuni pesci rimangono coscienti per 20-40 minuti dopo l’eviscerazione’ – cioè la rimozione delle loro viscere.

Stordimento a Percussione

Alcune volte i pesci vengono storditi prima di essere macellati, e con questo metodo, vengono colpiti in testa fino a che perdono coscienza.

Stordimento Elettrico 

L’elettrocuzione è un altro metodo utilizzato, e può essere fatto sia dentro che fuori dall’acqua. Se la tensione della scossa o la durata dello stordimento sono insufficienti, l’animale potrebbe essere stato immobilizzato ma rimanere pienamente cosciente.

Perché gli Allevamenti Ittici Sono Crudeli?

Tenere gli animali in un sistema intensivo, lontani dai propri habitat naturali, incapaci di esprimere i propri comportamenti naturali, causa loro enormi sofferenze, e sappiamo bene che queste creature sono in grado di provare dolore. 

Questi sono solo alcuni dei modi in cui gli animali marini soffrono negli allevamenti:

Movimentazione e Trasporto

Per molti animali allevati, la manipolazione da parte delle persone induce paura. I pesci sono comunemente manipolati quando vengono trasportati dai siti di riproduzione agli allevamenti o dagli allevamenti al macello. Secondo la Commissione Europea: “durante il trasporto, i pesci sono esposti ad una moltitudine di fattori stressanti come i cambiamenti di densità, i movimenti dell’acqua, rumori e vibrazioni, e cattive condizioni dell’acqua. L’esposizione a tali fattori di stress, simultaneamente o in rapida successione, può portare i pesci a vivere un grande stress fisiologico, e a sperimentare dolore e paura’.

Mancanza di Spazio e Sovraffollamento 

Poiché più animali allevati equivalgono a più profitto, anche i pesci vengono fatti ‘vivere’ dentro gabbie e recinti sovraffollati, nello stesso modo in cui polli, oche, tacchini e altri animali vengono allevati intensivamente. Il sovraffollamento causa stress, permette alle malattie di diffondersi, e crea enormi quantità di rifiuti che hanno un impatto dannoso sull’ambiente.

Alterazioni della Luce

Gli allevatori utilizzano alcune tecniche per accelerare la crescita degli animali e per far sì che diventino più grandi, così che possano trarre più profitto dalle loro carni. Una di queste tecniche è l’utilizzo della luce artificiale, che è comunemente usata negli incubatoi, con l’intento di ridurre il tempo di sonno dei pesci più piccoli. Quando non dormono, gli animali mangiano, e così crescono più velocemente e diventano più grandi. Sebbene siano state fatte poche ricerche sulle implicazioni sugli animali, quello che è stato dimostrato è che l’utilizzo della luce artificiale negli allevamenti di salmoni è associato a debolezza delle ossa e a possibili deformità scheletriche.

Fame

Prima di sottoporre i pesci ad eventi stressanti – come il trasporto, la separazione in gruppi differenti o la macellazione– viene tolto loro il cibo, spesso per due tre giorni, ma a volte anche per due settimane.

Accecamento

Ci sono molte cose terribili che vengono fatte agli animali negli allevamenti, ma l’accecamento dei gamberetti è una delle cose più spaventose. I gamberetti che nascono in cattività non sono in grado di riprodursi e gli allevatori hanno scoperto che tagliando via i loro peduncoli oculari – e quindi rendendoli ciechi – si innesca in loro la maturazione delle ovaie, permettendo così la riproduzione. A causa di questa scoperta accecare questi animali è diventata la norma.

In che Modo l’Allevamento Ittico Minaccia l’Ambiente?

L’allevamento ittico minaccia in modo significativo l’ambiente naturale, attraverso le malattie che trasmette alle popolazioni selvatiche, l’inquinamento da sostanze chimiche e rifiuti, e l’impatto sulle specie locali quando i pesci non autoctoni fuggono in natura.

Malattie

Negli allevamenti gli animali si ammalano facilmente poiché il loro sistema immunitario è compromesso dalle condizioni stressanti in cui sono costretti a vivere, ma anche perché i patogeni riescono a diffondersi molto più velocemente in quelle condizioni di sovraffollamento. Un esempio sono i pidocchi di mare – minuscoli crostacei che mangiano vivi i pesci. In un allevamento ittico di salmoni in Scozia, ad esempio, si è rilevato che un quinto di tutti i decessi sono causati dall’infestazione di pidocchi di mare. E poiché i recinti degli allevamenti si trovano in acque libere, questi pidocchi – ed altri patogeni – si diffondono dagli animali allevati malati a quelli selvatici, facendo ammalare anche loro.

Inquinamento dell’Acqua

Per cercare di mantenere in vita i pesci allevati in queste squallide condizioni, gli animali vengono trattati con prodotti chimici aggressivi, e, inevitabilmente, questi si diffondono anche nell’ambiente idrico circostante. L’inquinamento dell’acqua è generato anche da qualsiasi alimento non consumato e dai rifiuti dei pesci. Quando questi entrano nei corsi d’acqua, i nutrienti che contengono aumentano il rischio di fioriture algali, che riducono l’ossigeno nell’acqua, uccidendo la vita acquatica selvaggia e creando “zone morte”. La ricerca della Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO ha rilevato che il danno causato dalle fioriture algali è aumentato di pari passo con la crescita dell’allevamento ittico.

Specie Invasive

I pesci scappano regolarmente dagli allevamenti, e quando lo fanno, non solo portano con sé i loro patogeni, ma possono anche causare degli impatti devastanti al delicato ecosistema locale in cui si inseriscono. Possono predare specie autoctone, spazzando via le popolazioni locali, oppure possono diventare cibo per un’altra specie, il che crea quindi un’esplosione del loro numero e un effetto a catena sulle altre specie. 

Foche e Leoni Marini Vengono Deliberatamente Uccisi

Per “proteggere” i pesci abbastanza a lungo fino a farli macellare, vengono uccisi anche gli animali selvatici attratti dal buffet di pesce. Ciò include l’uccisione deliberata di lontre, castori, leoni marini e foche, nonché di uccelli acquatici come i cormorani.

Conclusioni

L’allevamento ittico è nocivo sia per i pesci in cattività che per quelli selvatici, e provoca caos nell’ambiente naturale. Ma la buona notizia è che non abbiamo bisogno di mangiare pesce per sopravvivere, possiamo ottenere tutti i sapori che amiamo e le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno dagli alimenti vegetali. Gli acidi grassi omega-3 nel pesce, che ci viene consigliato di mangiare, si trovano anche nelle noci e in altri prodotti ed alimenti. Scegliendo di non mangiare più pesce possiamo quindi lasciare gli animali marini e acquatici liberi di vivere allo stato brado nell’ambiente a cui appartengono e contribuire a proteggere gli ecosistemi naturali.

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