Il Veganismo è un Movimento di Giustizia Sociale

Sono sicuro che un giorno guarderemo indietro allo specismo – la convinzione cioè che gli esseri umani siano più importanti, e quindi legittimati a godere di maggiori diritti, rispetto agli animali non umani – e proveremo lo stesso mix di rabbia, vergogna e tristezza che la maggior parte di noi prova quando considera il razzismo, l’omofobia e il sessismo. Allo stesso modo, vedremo il veganismo come parte di un più ampio movimento di giustizia sociale che crea un mondo giusto ed equo per tuttx.

Storicamente, l’uomo si è distinto dagli animali, considerando la propria specie superiore, e ha fatto leva su una serie di differenze per sostenere questa visione suprematista. Ma, man mano che abbiamo imparato a conoscere meglio i nostri fratelli non umani, abbiamo scoperto che ci sbagliavamo in quasi tutti i casi e che la scienza potrebbe ancora dimostrarci che ci siamo sbagliati nei restanti.

“Gli animali non comunicano”, sostenevamo un tempo. E invece lo fanno.

“Ma gli animali non utilizzano strumenti”, abbiamo ribattuto. E invece lo fanno.

“Ah, ma non creano degli attrezzi”… ehm, e cosa mi dici delle lontre, dei polpi, dei corvi, degli scimpanzé e degli elefanti?

“D’accordo, ma gli animali non hanno coscienza di sé”. Eppure molti ce l’hanno. 

“Ma non possono ingannare”. Di fatto, molti possono. 

E così abbiamo discusso a lungo, arrampicandoci sugli specchi, cercando disperatamente di dimostrare che avevamo ragione.

Siamo Davvero Così Diversx Dagli Animali?

Perché siamo così riluttanti ad accettare che le persone sono animali e che, sebbene ogni specie – e in realtà ogni individuo – sia unica, condividiamo con le altre specie tratti della personalità e capacità fisiche e cognitive? Certo, possiamo sostenere che i cani non possono scrivere opere liriche, ma nemmeno la maggior parte delle persone può farlo, e i cani potrebbero legittimamente rispondere che, per quanto riguarda le capacità straordinarie, gli esseri umani dovrebbero tornare quando avranno imparato a fiutare le cellule tumorali.

Questa linea di argomentazione basata su “siamo migliori di voi perché…” è infondata e inutile, e il punto di riferimento per la “supremazia” è sempre stato, senza sorpresa, quello che meglio si adatta alle nostre argomentazioni. È una linea politica, non scientifica o razionale. E per molto tempo, le donne, i poveri, le persone che non hanno la pelle bianca e altre identità non omologate sono passatx dalla parte “sbagliata”, insieme agli animali non umani.

Storia di un’Oppressione

Le persone catturate e ridotte in schiavitù sono state vendute all’asta come banali prodotti; alle donne è stato negato il voto perché si diceva che agissero in base alle emozioni invece che alla razionalità, proprio come gli animali; lavoratori e lavoratrici non avevano tutele legali e quindi potevano essere usatx, scartatx e sostituitx a piacimento, come veri e propri cavalli da tiro. La storia degli esseri umani è, in gran parte, una storia di sottomissione e oppressione dell'”alterità”.

Ma ciò che è interessante e incoraggiante è il numero di attivistx per la giustizia sociale, sia passatx che contemporanex, che hanno superato il confine uomo-animale e hanno lavorato – o agito personalmente – per proteggere sia le persone che gli animali non umani.

Intersezionalità

L’attivista per i diritti civili Rosa Parks era vegetariana. William Wilberforce, attivista contro la schiavitù, fondò anche la Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Società per la prevenzione della crudeltà sugli animali), il primo gruppo di protezione degli animali al mondo. Angela Davis, attivista per i diritti civili e vegana, ha dichiarato: “Penso che ci sia una connessione tra… il modo in cui trattiamo gli animali e il modo in cui trattiamo le persone che si trovano in fondo alla gerarchia”. Anche l’attivista di Black Lives Matter Shaun King ha scelto di diventare vegano.

L’attivista messicano-americano per i diritti dei lavoratori Cesar Chavez, che ha co-fondato l’Associazione Nazionale dei Lavoratori Agricoli insieme a Dolores Huerta, ha dichiarato: “Sono diventato vegetariano dopo aver capito che gli animali provano paura, freddo, fame e infelicità come noi”. Anche Huerta era vegetariana.

Nell’Inghilterra vittoriana, Annie Besant si batteva per i diritti dei lavoratori e delle donne ed era vegetariana, mentre la suffragetta Frances Power Cobbe era anche un’attivista anti-vivisezione.

Henry Bergh, che fondò la Società americana per la prevenzione della crudeltà sugli animali, fondò anche la Società per la prevenzione della crudeltà sui bambini. Come gli altri citati – e molte altre persone – si preoccupava sia delle persone che degli animali.

“Abusare degli animali non è più giustificabile che abusare delle persone”, scrive l’attivista per i diritti umani Peter Tatchell, noto soprattutto per il suo lavoro con i movimenti LGBT e di giustizia sociale. Ha detto:

“La senzienza è il legame che unisce tutte le specie animali, umane e non umane. Accetto il nostro comune animalismo e sostengo la nostra comune richiesta di non soffrire e di godere di diritti inalienabili”.

Le Nostre Decisioni Contano

Non dobbiamo amare gli animali – e nemmeno ci devono piacere – per essere d’accordo sul fatto che non è mai giusto fare deliberatamente del male e sfruttare gli altri solo perché possiamo, né che esiste una gerarchia di valori morali. E di certo non dobbiamo scegliere tra la compassione per le persone e quella per gli animali, perché i nostri cuori e le nostre menti sono abbastanza grandi da preoccuparsi di entrambi. Possiamo rifiutarci di partecipare a eventi, attività e conversazioni in cui si verificano discriminazioni. Possiamo boicottare le aziende che impiegano manodopera in condizioni di sfruttamento, che pubblicano campagne pubblicitarie sessiste e che macellano gli animali.

E se decidessimo di porre fine al nostro coinvolgimento nel maltrattamento deliberato di animali non umani cambiando ciò che mangiamo, aiuteremmo contemporaneamente le persone. Il lavoro nei macelli è stato collegato a una serie di disturbi, tra cui PTSD, PITS (stress traumatico indotto dalla perpetrazione) e un aumento dei tassi di criminalità, tra cui un maggior numero di abusi domestici, nonché l’abuso di alcol e droghe. Inoltre, essendo vegani, riduciamo significativamente il nostro impatto ambientale e le emissioni climalteranti. Dato che saranno i più poveri del mondo a sopportare il peso del collasso climatico, la nostra considerazione per gli animali è anche una considerazione per le persone.

Questa è la base del veganismo come movimento di giustizia sociale, ed è ciò che gli attivisti sopra citati hanno capito chiaramente: la lotta per l’uguaglianza e la giustizia è una lotta per tutti. Come ha detto Benjamin Zephaniah, attivista politico e vegano di lungo corso:

“Le nostre lotte personali non dovrebbero essere separate dalla lotta per aiutare gli altri, e questi altri includono gli animali. Se sono ricco e mi sento a mio agio, non significa che non debba lottare per le persone più povere e per gli esseri che non sono persone. Ognuno di noi dovrebbe lottare per i propri diritti, ma quando si lotta per i diritti degli altri – soprattutto per coloro che, come gli animali, non possono parlare per se stessi – questo è molto speciale”.

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